La vita è il mio viaggio. L'amore ne è meta, bagaglio, percorso.



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sabato 13 marzo 2010

Versi da "Ossi di seppia", Eugenio Montale


Forse un mattino andando in un'aria di vetro
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


Nulla è più grande della rivelazione. Della scoperta di una verità altra, che si cela oltre la muraglia ottusa e ingannevole del mondo empirico sotto i nostri occhi.
Verità che per Montale, nei suoi Ossi di seppia, si rivela nell'esperienza dell'irrealtà del mondo.
E' una verità sofferta, come una vertigine spaventosa, ma al tempo stesso accolta come una conquista, un vero e proprio miracolo. Un segreto da custodire gelosamente, raro e prezioso privilegio, per proseguire in silenzio il proprio cammino; in mezzo all'indifferenza e alla superficialità dei tanti. Che colgono solo l'inganno, ma non lo sanno e perciò non si voltano... a scoprire la vera essenza di ciò che, lungi dall'essere reale, semplicemente appare, ai più, come tale.
Stupenda.

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